Il workshop di ProjectLife ha messo a confronto Slow Food e Coldiretti per discutere di sostegno all’acquisto ed al consumo dei prodotti agroalimentari attraverso le indicazioni di qualità.
La forza dell’agroalimentare calabrese sta nelle giovani generazioni che hanno «segnato il passo evolutivo» del comparto rilanciando la tradizione con uno sguardo innovativo. Si è puntato sulla qualità capendo che «produrre bene» era la strada per «vendere meglio». La sintesi del confronto a più voci tra Maurizio Rodighiero, portavoce Slow Food Calabria, Mario Reda, agronomo e degustatore Onav, Roberto Siviglia, presidente del mercato coperto di Campagna Amica Coldiretti a Cosenza, Maurizio Nicolai, esperto di politiche agricole e comunitarie, ha permesso di mettere a fuoco le dinamiche dell’agricoltura 4.0 che ha saputo tracciare un solco di riconoscibilità nell’evoluzione della tradizione puntando sulla scelta delle varietà autoctone, scegliendo un’agricoltura d’avanguardia, valorizzando le unicità alimentari che sono presenti sui territori calabresi e crescendo una generazione di agricoltori preparati ed innovativi.
Trasparenza, tracciabilità, genuinità dei presidi alimentari sono – è stato detto a più voci dai presenti – la forza di un movimento che ha permesso a tanti giovani di ritornare alla terra contrastando l’abbandono ed ha favorito le piccole e medie aziende di rimanere sul mercato puntando anche sulla multifunzionalità agricola.
A salutare l’inizio dei lavori è intervenuto Francesco Volpentesta, direttore di ProjectLife, che ha ringraziato le organizzazioni presenti per aver deciso di far parte del tavolo formativo, che ha coinvolto gli studenti dell’istituto tecnico agrario cosentino “G. Tommasi”, sul tema del “sostegno all’acquisto ed al consumo dei prodotti agroalimentari attraverso le indicazioni di qualità”.